Milano-Sanremo 2017, velocità ridotta rispetto agli ultimi anni, ma Sagan sfiora il record sul Poggio
L’alta velocità non è sempre sinonimo di spettacolo nel ciclismo. In una disciplina di resistenza è normale che gli atleti cerchino di risparmiare più energie possibili se la corsa lo consente e questo è quanto visto ieri alla Milano – Sanremo 2017. L’ultima edizione della classicissima è stata la più “lenta” degli ultimi dieci anni, essendo stata percorsa ad una media di 40,7 km/h. Complice il vento contrario nelle prime fasi, i corridori hanno percorso a ritmi relativamente blandi i primi chilometri, per poi apportare un cambio di ritmo considerevole nel finale. La fatica, tuttavia, si è comunque fatta sentire, come testimonia la selezione creatasi nel finale, con alcuni velocisti costretti ad alzare bandiera bianca sulle salite di Cipressa e Poggio.
#MSR Avg.speed
2007 43.67 Kph
2008 41.14
2009 44.42
2010 42.83
2011 43.49
2012 42.63
2013 43.75
2014 42.41
2015 43.27
2016 42.39
2017 40.73— ammattipyöräily (@ammattipyoraily) 18 marzo 2017
Proprio lungo le ascese conclusive gli atleti hanno profuso il massimo sforzo e non è un caso che i tempi di percorrenza siano stati molto bassi, se li confrontiamo con quelli delle passate stagioni. Come riporta il portale Climbing Records, il gruppo ha percorso la salita di Costa Rainera, conosciuta come Cipressa, in 9’50” ad una media di 34,78 km/h, abbattendo il muro dei dieci minuti dopo cinque anni. L’ultimo a riuscirci fu Michele Scarponi nel 2011, il quale riuscì a completare l’ascesa in 9’47”. Non sono, tuttavia, tempi inumani e il record della coppia Colombo – Gontechenkov del 1996, che fermarono il cronometro dopo 9’19”, resta inattaccabile.
Ancor più considerevole è la prestazione sul Poggio. Uno straordinario Peter Sagan, seguito da Julian Alaphilippe e Michal Kwiatkowski, è riuscito a scollinare dopo 5’55”, ad una media di 37,52 km/h. Era addirittura dal 2000 che non si riusciva a completare il celebre strappo in meno di sei primi e anche il record di Maurizio Fondriest e Laurent Jalabert, i quali fecero segnare la prestazione di 5’46”, ha tremato.
Numeri interessanti, che testimoniano come la media relativamente bassa nelle prime ore di corsa, abbia permesso agli atleti di poter avere più forze per le ultime salite, percorse a velocità notevoli. In questo modo la lunga attesa, caratteristica storica della Milano – Sanremo, ha pagato con un finale spettacolare e incerto fino all’ultimo.
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